PIÙ VIVI CHE MAI: Un discorso sulla Natura Morta

  • Inaugurazione: giovedì 05 giugno 2025 alle ore 18.00

  • Quando: dal 5 giugno maggio al 31 luglio 2025

  • Dove: Dr Fake Cabinet, via Barbaroux 25 - Torino (mappa)

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Blanca Amorós
Mirko Andreoli
Fritz Baumgartner
Nicola Bolla
David Bowes
Sarah Bowyer
Antonio De Luca
Enrico T. De Paris
Titti Garelli
Alexander Grahovsky
Silvia Levenson
Pablo Mesa Capella
Piero Monti
Enrico Paulucci
The Bounty KillArt

Il Dr Fake Cabinet è lieto di annunciare la mostra con la quale apre la nuova sede della galleria in via Barbaroux 25. Il tema della Natura morta attraversa la storia dell’arte a partire dal XVII secolo. Si tratta di un genere che si afferma come autonomo piuttosto tardi per poi declinarsi con una varietà di approcci e tematiche fino ai giorni nostri. In questa mostra si vuole riflettere su questo argomento, sollecitando artisti e artiste di diverse generazioni e mettendo in rapporto le loro opere con esperimenti provenienti da ricerche novecentesche.

Blanca Amorós propone, attraverso una pittura densa e complessa, una sorta di neo metafisica nella quale oggetti evocativi ma non immediatamente identificabili costruiscono una composizione silenziosa che sembra osservare lo spettatore. Mirko Andreoli presenta un lavoro ad acquerello in cui la figura umana è evocata in un dipinto che si scorge nel fondale, amalgamato nella luce liquida che avvolge la composizione in primo piano. Anche Titti Garelli ha scelto l’acquerello per una composizione quasi iperrealista in cui acqua e fiori sembrano fatti della stessa materia e in cui l’atmosfera si situa a metà strada, come spesso nel suo lavoro, fra romanticismo e dark.
Sarah Bowyer propone un lavoro recente in cui la natura morta si trasforma in una sorta di rebus fatto di oggetti che compongono una pista cifrata che sta all’osservatore decodificare. Anche David Bowes inserisce la natura morta in un contesto inusuale: un paesaggio in cui oggetti ed edifici si fondono in un’unica composizione creando l’illusione ottica di un mondo senza proporzioni e, quindi, senza una scala di priorità fra natura e manufatti umani.


L’ironia è una delle cifre del lavoro di Enrico T. De Paris e anche nelle opere esposte ciò appare chiaramente. L’artista propone una rivisitazione di quadri della storia dell’arte in chiave postmoderna, trasformandoli in fondali su cui stagliare gli oggetti del post-umano su cui riflette da sempre: oggetti impossibili affiancati a chiari riferimenti alla nostra contemporaneità, compongono un racconto surreale, ironico ma capace di far riflettere.


Ironia e denuncia sono anche le caratteristiche del lavoro del collettivo The Bounty KillArt che espone una sorta di pannello in cui improbabili attrezzi atti all’offesa e alla difesa sono sacralizzati come reliquie della nostra contemporaneità. Silvia Levenson ha invece realizzato una composizione di sculture in vetro che rappresentano dei flaconi in cui sono contenute ipotetiche soluzioni per la felicità, la gioia e tutta una serie di valori positivi: un monito sull’idea di un consumismo che finisce per pervadere anche gli aspetti più immateriali dell’assistenza.


Il poliedrico lavoro di Nicola Bolla è qui rappresentato con una preziosa tela in cui l’artista ha deciso di consegnare all’osservatore la silhouette di un oggetto a cui ha lavorato per sottrazione, a metà strada fra figurazione e astrazione. La visione poetica della natura morta, il suo fascino spesso connesso alla dimensione della caducità della vita è invece rappresentata nel lavoro di Alexander Grahovsky che propone, attraverso una pittura evocativa, con colori surreali, una sorta di memento mori, immerso però in un ambiente straniante. Anche nell’opera di Pablo Mesa Capella la poesia diventa la protagonista di una narrazione che l’artista ha deciso di racchiudere in una campana di vetro, facendosi costruttore di un microcosmo nel quale sono gli oggetti a parlare, raccontando all’osservatore le memorie del loro passato.
La memoria della pittura è una delle cifre del lavoro di Antonio De Luca che, andando oltre la superficie pittorica, invadendo il muro che le sta attorno attraverso la ceramica, presenta una sorta di omaggio a Giorgio Morandi, alla sua pittura impastata di luce e all’innovazione di cui è stato protagonista il pittore bolognese.


Le sperimentazioni contemporanee sulla Natura morta sono messe in dialogo con tre figure eccentriche rispetto al panorama novecentesco: Enrico Paulucci, con un raro lavoro degli anni Trenta, tipico di una pittura capace di esasperare il colore nella purezza della composizione; Fritz Baumgartner, con un dipinto di un’epoca cruciale della sua produzione, caratterizzato da un’assoluta forza espressionista e Piero Monti, pittore appartato ma non per questo meno interessante, con una tela degli anni Sessanta in cui è orgogliosamente rivendicato il ruolo della pittura e della composizione, all’interno di una poetica nella quale il tempo sembra essersi fermato.
 
DR Fake Cabinet
Via Giuseppe Barbaroux 25 Torino
Interno cortile
Info: dr.fake.cabinet@gmail.com
Tel. +39 338 167 29 86 +39 320 824 00 04
Dal martedì al sabato dalle 16 alle 19.30 e su appuntamento

 
 
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